Ascoltare il passato con gli occhi - Recensione

Buongiorno lettori. Come avete passato il Natale. Quanto avete mangiato? Ma soprattutto che libri avete ricevuto? Io sfortunatamente per me, ma fortunatamente per mia mamma (che, ogni volta che introduciamo un libro in casa vorrebbe piangere) non ho ricevuto nessun libro. Quest'anno i miei parenti e amici sono andati più verso oggetti che mi servivano, tipo ho ricevuto una borsa dell'acqua calda che diventerà la mia migliore amica. Comunque oggi vi parlo del secondo libro che ho letto sempre per quel famoso esame universitario: Ascoltare il passato con gli occhi di Roger Chartier.
Titolo originale: Miracle on 5th Avenue
Autore: Roger Chartier
Editore: Editori Laterza
Prezzo: cartaceo  9.50
Pagine: 106

TRAMA
"Verba volant scripta manente": non è vero. La scrittura non resta, come recita il noto proverbio latino; al contrario è labile, allo stesso modo della condizione della memoria. La paura continua della perdita e della dimenticanza, della fragilità e dell'instabilità che percorre molte opere letterarie dell'Europa moderna non è solo metaforica ma, come ci ricorda Chartier, è la condizione di tutti i testi, manoscritti o a stampa, colti o popolari, antichi o moderni. Questa inquietudine che ci tormenta da sempre è tanto più vera oggi, con il passaggio dei testi dal codex allo schermo: l'illusione di Borges di una biblioteca senza pareti che comprenda tutti i testi finora scritti sembra infrangersi contro la deperibilità e il rapido invecchiamento dei supporti tecnici che li veicolano e rendono i dati volatili, instabili, facilmente cancellabili, come le parole d'amore per Dulcinea di Don Chiscotte. "Ascoltare il passato con gli occhi", magistrale lezione inaugurale di Chartier al Collegio di Francia, indaga la paura dell'oblio, attraverso il confronto con autori moderni e contemporanei - da Kant a Foucault, da Pierre Bourdieu a Paul Ricoeur - e la funzione fondamentale dello scritto nella produzione dei saperi, nello scambio delle emozioni e dei sentimenti, nelle relazioni che gli uomini hanno intrattenuto gli uni con gli altri, con se stessi o con il sacro.



RECENSIONE
"Le mutazioni del nostro presente trasformano improvvisamente i supporti della scrittura, la tecnica della sua riproduzione e della sua diffusione e anche i modi di leggere"
Questo libro è la riproduzione della lezione inaugurale al Còllege de France dell'anno 2007. La cattedra che gli è stata assegnata è Ècrit et cultures dans l'Europe moderne. Si potrebbe dire che mostra i vari punti che poi saranno trattati nel suo corso. Così, partendo dai suoi maestri, passerà ad analizzare i vari supporti dei libri, e come con il variare dei supporti varia anche il modo di leggere. Poi analizzerà il concetto di libro, materiale e immateriale, e quello di autore, e come tale concetto non sia applicabile a tutti i tempi e i luoghi allo stesso modo.
È un libriccino di 80 pagine, di cui 20 sono di introduzione, e quindi non c'è molto da dire. Diciamo che non sia proprio scorrevole, soprattutto se si ha la mente stanca, quindi non è consigliabile leggerlo la sera prima di andare a dormire, come avevo iniziato a fare. È un libro che vuole attenzione, per seguire tutti i processi logici e capire tutti i meccanismi. Personalmente l'ho letto più di una volta, però io lo dovevo conoscere molto bene. Onestamente ho trovato pure un po' scomoda l'edizione: infatti è molto carina da guardare, da leggere un po' meno perché è piccolino e per leggerlo bisogna proprio fare forza per tenere le pagine aperte. 
Quello che lascia questo libro? La voglia di seguire i corsi di Chartier. Infatti i concetti esposti li ho trovati molto interessanti, solo che, appunto, son espressi sinteticamente, solo accennati 

"Ascoltare il passato con gli occhi. Tante ombre sono passate nelle mie parole, ricordando con la loro presenza la tristezza che ci dà la loro assenza. Senza di loro e senza altri che non hanno scritto nulla, adesso non sarei qui."


Voto 

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