Eppure cadiamo felici - Recensione

Buonasera lettori. Pensavate che fossi scomparsa? E invece no. Oggi, ad un orario un po' insolito per le mie abitudini, sono riuscita a completare la recensione di Eppure cadiamo felici di Enrico Galiano. In realtà il libro l'ho già finito da un po', ma per me è stato molto difficile riuscire a scriverne, e anche riuscire ad andare avanti con un'altra lettura. L'unica cosa veramente facile è leggerlo e immergersi in quelle pagine e nella storia di Gioia. 
Titolo: Eppure cadiamo felici
Autore: Enrico Galiano
Editore: Garzanti
Prezzo: eBook  8.99
                cartaceo €  14.36
Pagine: 381




TRAMA
Il suo nome esprime allegria, invece agli occhi degli altri Gioia non potrebbe essere più diversa. A diciassette anni, a scuola si sente come un’estranea per i suoi compagni. Perché lei non è come loro. Non le interessano le mode, l’appartenere a un gruppo, le feste. Ma ha una passione speciale che la rende felice: collezionare parole intraducibili di tutte le lingue del mondo, come cwtch, che in gallese indica non un semplice abbraccio, ma un abbraccio affettuoso che diventa un luogo sicuro. Gioia non ne hai mai parlato con nessuno. Nessuno potrebbe capire. 
Fino a quando una notte, in fuga dall’ennesima lite dei genitori, incontra un ragazzo che dice di chiamarsi Lo. Nascosto dal cappuccio della felpa, gioca da solo a freccette in un bar chiuso. A mano a mano che i due chiacchierano, Gioia, per la prima volta, sente che qualcuno è in grado di comprendere il suo mondo. Per la prima volta non è sola. E quando i loro incontri diventano più attesi e intensi, l’amore scoppia senza preavviso. Senza che Gioia abbia il tempo di dare un nome a quella strana sensazione che prova.

Ma la felicità a volte può durare un solo attimo. Lo scompare, e Gioia non sa dove cercarlo. Perché Lo nasconde un segreto. Un segreto che solamente lei può scoprire. Solamente Gioia può capire gli indizi che lui ha lasciato. E per seguirli deve imparare che il verbo amare è una parola che racchiude mille e mille significati diversi.


RECENSIONE
"È che Gioia Spada è una che è capace, quando le fanno un regalo, di aprire solo il bigliettino e di scordarsi di aprire il pacco. Gioia Spada è una che quando piove non prende l'ombrello, e che se ce l'ha lo lascia chiuso. Gioia Spada è una che quando trova un libro che le piace non inizia a divorarlo, ma a leggerlo più piano, per paura di finirlo presto. Gioia Spada è una che non sorride tanto spesso, ma quando lo fa accende la luce."
Solitamente, quando inizio la recensione, mi piace parlare un po' della storia e dei personaggi. Questa volta invece voglio partire con una precisazione: parlare di questo libro è veramente difficile. Sono già sicura che dimenticherò tantissime cose che vorrei dirvi, perché, la verità, è che per riuscire a scrivere tutto quello che ho provato e ho pensato leggendo questo libro ci vorrebbe una vita. Ci sono così tanti dettagli, così tante cose che vorrei dirvi che ho paura di perdermi, ed è per questo che ve lo sto dicendo prima. 
La protagonista del libro è Gioia, ma mai nome fu meno azzeccato, e non perché sia un tipo troppo musone, ma perché la vita le ha riservato parecchia sfortuna, tanto che ormai tutti la conoscono come Maiunagioia. Gioia ha una famiglia non proprio felice. Il padre, dopo il divorzio, continua a tornare per brevi periodi nella sua vita, ma lei preferisce quando lui non si fa vedere. La madre, oltre ad avere qualche problema con l'alcool, non si ama abbastanza da rifiutare le richieste di perdono dell'ex, e quindi cade in questa specie di circolo vizioso per cui lo accetta quando lui torna, convinta che sia cambiato, per poi ributtarlo fuori quando lui torna a colpirla. E poi c'è Gemma, la nonna di Gioia, che però è allettata in una stanzetta, e non parla, quindi non si sa se capisce ancora cosa le accada intorno o meno. L'unica cosa che sembra farla stare meglio è la musica classica, che Gioia le fa ascoltare ogni volta che può. L'ultimo coinquilino della casa è un gatto, però non un gatto normale. È un gatto fantasma, appare quando vuole e sempre senza farsi vedere, così, di punto in bianco te lo ritrovi davanti. Gioia in realtà è una ragazza normale, ha le proprie passioni, i propri sogni, e ama tantissimo la vita, la ama così tanto che lei, a differenza del resto del mondo, non si accontenta, non si vuole accontentare. Non vuole diventare qualcuno che non è solo per essere accettata, anzi ci ha anche provato, ma proprio non ce la fa, ad essere come gli altri. Ma si sa, se sei diversa dalla massa, la massa farà di tutto per farti sentire sbagliata, e così Gioia sarà costretta a vedersi giornalmente presa in giro dai suoi compagni di classe, solo perché non è come loro. Ma in ogni caso a Gioia non importa, che dicano quello che vogliono, lei ha la sua immaginazione, e con quella si può fare di tutto, pure inventarsi un'amica immaginaria come Tonia, che le dice sempre quello che pensa, ed è un po' la voce della ragione. La vita di Gioia però inizia a cambiare una sera. Una sera come tante, dopo un litigio con i suoi genitori, inizia a correre, non sa neanche lei dove andrà, le basta solo correre. Fino a quando non è troppo stanca, e si ritrova in un bar chiuso, dove si addormenta su una delle sedie. E a svegliarla sarà un rumore, sempre lo stesso a distanza di secondi. A produrre questo rumore è un ragazzo che gioca a freccette. Gioia prova ad allontanasi senza farsi vedere, ma, imbranata com'è, inciampa. Il ragazzo si chiama Lo, ha una felpa nera e riesce a farla ridere. E Gioia non ride quasi mai. Si danno appuntamento per la sera dopo, e poi quella dopo ancora, e diventano amici, o forse qualcosa di più. Perché sono tutt'e due adolescenti, entrambi provano qualcosa l'uno verso l'altro, e poi si capiscono. Gioia con Lo riesce a parlare come con nessun altro. Ma ci sono alcune cose che non tornano, atteggiamenti strani, lui non si fa mai vedere di giorno, e Gioia è una ragazza di diciassette anni, e ha tanti dubbi, tante insicurezze, che forse Lo non riesce a colmare. Fino al giorno in cui Lo scompare, e dietro c'è una storia assurda, un tentato suicidio, un ragazzo morto, ma Gioia lo sa che Lo non è morto, lei lo ha abbracciato, lo ha baciato, ci ha fatto l'amore. Lei non è pazza, come inizia a farla sentire il mondo esterno. Gioia farà di tutto per ritrovare quel ragazzo misterioso, perché con lui, per qualche minuto, è uscita dal buio e ha visto la luce. L'unica sua speranza è che non sia rimasta abbacinata.


"«Lei è mai stato innamorato?» gli chiede. Il professore scoppia letteralmente a ridere, davanti a lei. Ride così forte che gli studenti nei paraggi si girano tutti verso di loro. «Lo prendo per un sì, immagino» , fa Gioia. «Lo prenda per un un " Se non mi fossi mai innamorato, probabilmente adesso sarei morto, o in qualche prigione"!» risponde lui, sempre ridendo. «Ecco, allora io le volevo chiedere... cioè in realtà non so nemmeno io cosa le volevo chiedere...» «Me lo chieda, signorina, me lo chieda e basta!» Gioia allora prende un bel respiro, e va: «Ha mai avuto la sensazione che la persona che aveva di fronte non fosse la persona che aveva di fronte?» Il professor Bove smette tutto a un tratto di ridere «Come, mi scusi?» «Sì, dico.. non ha mai avuto paura di essersi tipo... creato un'immagine tutta sua della persona con cui stava, un'immagine che non c'entrava nulla con la persona vera?» 

Io lo sapevo, che questo libro mi avrebbe sconvolto la vita. È per questo che per leggerlo ho aspettato un anno. Certe cose si capiscono, dalla trama, dal titolo, ma si capiscono. E così, dopo una settimana dalla prima lettura, sono ancora completamente assorta dal mondo di Gioia. Che poi Gioia è un'adolescente come tanti, solo che più forte, degli altri. Lei, anche se nessuno lo riconosce, è fortissima. Gioia, pur di non cambiare, preferisce non avere amici. Perché lei dice che non riesce ad essere come gli altri, ma la verità, secondo me è che non ci ha mai provato fino in fondo. Perché tutti noi indossiamo delle maschere, sempre, e se avesse voluto veramente, ce l'avrebbe fatta pure lei. Ma a lei piace essere se stessa, e forse è questo che dovremmo insegnare ai ragazzi di oggi: non fingere per essere come gli altri. E poi la sua fiducia nel mondo, che non ha mai perso neanche quando la vita le ha messo davanti tantissimi ostacoli e difficoltà. E la sua passione per le parole intraducibili, che scrive in un taccuino per portarle sempre con sé, che la fa sembrare ancora più strana, ma che in realtà la rende ancora più interessante. 
Che poi la storia di per se ha qualche elemento che sembra inverosimile, già il fatto che Gioia non parli con nessuno in classe, che nelle classi italiane è un po' difficile, perché solitamente qualcuno con un carattere più o meno affine al tuo lo trovi, anche solo per quei cinque anni scolastici, o più avanti, nella storia di Lo. Ma quello per cui il libro rapisce, non è solo la storia esterna, ma sono i pensieri di Gioia, le sensazioni che noi proviamo insieme a lei, è il modo in cui l'autore riesce a descrivere non i grandi avvenimenti, ma le piccole cose di ogni giorno, gli abbracci, il primo bacio, anche solo lo sfioramento delle dita di Gioia e Lo. Sono cose che accadono tutti i giorni, ma per ogni persona, per ogni singolo individuo sono cose importanti, e questo si percepisce da ogni singola frase. 
Lo è il ragazzo perfetto per Gioia, l'altra metà della mela. Riesce a farla parlare, a farla ridere, come nessuno prima di lui. Ma quello che gli riesce meglio, secondo me, è far sentire Gioia un'adolescente, con la voglia di truccarsi, e darsi una guardata in più davanti allo specchio, prima di uscire. Perché è vero che non bisogna farsi belli per gli altri, e che prima di tutto dobbiamo sentirci bene con noi stessi, ma volete mettere la sensazione che si prova quando la persona che ci piace ci guarda con ammirazione? Ogni tanto ci vuole. E questo Lo lo fa. Fa provare a Gioia tutte quelle piccole avventure che non aveva mai neanche desiderato provare. Il problema è che nasconde un segreto, e neanche tanto piccolo, che lo porterà ad avere alcuni atteggiamenti strani, di cui capiremo il motivo solo alla fine. 
E poi c'è il professor Bove. Lui è quel tipo di professore che tutti dovremmo avere almeno una volta nella vita. Non uno di quelli che entra in classe, apre il libro e inizia a parlare di cose che alla fine servono molto poco nella vita. No, lui entra e sottopone ai ragazzi lezioni di vita, e questo è più importante di sapere che cosa diceva Aristotele, o Hegel. Che poi uscendo da scuola, la maggior parte di quelle informazioni se ne va, soprattutto se sono di filosofia, e tu non ne sentirai parlare mai più, se non mentre fai zapping in tv. Invece le lezioni che lui impartisce, ecco, spero che quelle se le ricorderanno tutti.
Poi c'è il tutto il mondo che ruota attorno a Gioia, i genitori, la nonna, i compagni di classe, che poi non sono una cornice all'interno della quale si svolge l'azione, no, sono parte integrante della vita. 
Non credo di essere riuscita a spiegarvi tutti i motivi per cui mi è piaciuto, e sicuramente avrò dimenticato di dirvi tantissime cose. E anche quello che ho scritto, l'avrei voluto scrivere diversamente, meglio. Perché quando leggi un libro del genere, parlarne diventa difficile, e tu vorresti dire tantissime cose, ma hai paura di sminuirlo. L'unico modo per capire davvero quello che sto cercando di dirvi è andare a leggere. Spero che dopo averlo finito rimarrete sconvolti come me, e vi chiedere 'ma con tanti libri che dovevo leggere, perché ho scelto proprio questo?', però poi riguarderete la copertina, e penserete 'ma adesso come faccio a continuare ad andare avanti? Forse è meglio che me lo rileggo'. E ve lo dico, entrerete in un meccanismo per cui ogni volta che lo finirete, lo riaprirete anche solo per guardare una determinata parte che vi aveva colpito. Però bisogna leggerli dei libri del genere, per guardare la vita in modo diverso. 
Da pochi giorni è uscito il nuovo libro di Enrico Galiano, ma io penso proprio che aspetterò un altro anno prima di leggerlo, perché prima devo ancora assorbire questo, e non sono ancora pronta ad essere di nuovo sconvolta. Però se voi non avete ancora letto nulla di questo scrittore, ve lo consiglio, veramente, col cuore.
«Tutti in fissa con questa storia che l'amore è pazzia, le canzoni, i film... sembra sempre che quando due si amano perdano completamente il cervello e si mettano a fare cose assurde, oppure non capiscono più niente, insomma se ne stanno totalmente al buio, senza più luce, ciechi di passione eccetera» «E lei non crede sia così...giusto?» «No, non è così neanche un po'. Non è che quando ami ti ammali: quando ami guarisci. Sono gli altri, tutti quelli che non amano, loro sono i pazzi, loro sono quelli fuori di testa. Quelli che amano, quelli che amano davvero, loro sono i sani, gli unici sani in un mondo di pazzi»
Solitamente metto sempre le stelline per farvi capire quanto mi sia piaciuto un libro, ma per questo non lo farò. Perché voi l'avete capito che mi è piaciuto tantissimo, ma le cinque stelline non basterebbero, e quindi ve lo scrivo:
INSUPERABILE




Link di Amazon dei libri di Enrico Galiano:
Eppure cadiamo felici
Tutta la vita che vuoi






Commenti

  1. Ciao, non immaginavo che il romanzo fosse così bello! Complimenti per la recensione :-)

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    1. Grazie mille. Te lo consiglio veramente tanto il libro, perché è uno di quelli che ti cambia dentro, e dopo averlo letto guarderai il mondo con occhi diversi :-*

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