Tre croci - Recensione

Buon martedì lettori. Il libro di cui vi parlo oggi è Tre croci Federigo Tozzi. Pubblicato nel 1920 ci racconta la caduta finanzia di tre fratelli una volta benestanti nella città di Siena.
Titolo: Tre croci
Autore: Federigo Tozzi
Editore: Garzanti Libri
Prezzo: cartaceo  6.37
Pagine: 137
N.B. io l'ho letto nell'edizione 
Mondadori, pubblicato nella 
raccolta 900 italiano
ma non è in vendita



TRAMA
Scritto di getto in pochi giorni nel 1918, Tre croci è ispirato alla vicenda dei fratelli senesi Torrini, antiquari, morti a breve distanza l’uno dall'altro. Nella finzione del romanzo i protagonisti sono tre fratelli librai, Giulio, Niccolò ed Enrico Gambi che, una volta consumato il patrimonio ereditato dal padre, sono in rovina. Per tentare di salvare le sorti dell'azienda falsificano alcune cambiali: invano, poiché il fatto verrà scoperto e la fine che li attende è la più amara. Ultimo romanzo pubblicato da Federigo Tozzi poco prima della morte, Tre croci riformula con sensibilità novecentesca i grandi moduli narrativi dell'Ottocento, fondendo gli echi naturalisti di Verga e Zola con un una riflessione sul peccato, sul Bene e sul Male di ascendenza dostoevskijana e con una precisione analitica che accomuna l’autore senese ai contemporanei Svevo e Pirandello. Tutto questo unito a una prosa potente che fa di questo romanzo, come notarono G.A. Borgese e Carlo Cassola, un capolavoro assoluto.




RECENSIONE

"Lasciatemi: sto bene solo, a parlare con me stesso. Io solo m'intendo."

Ho conosciuto Tozzi mentre studiavo per l'esame universitario di letteratura contemporanea, perché prima ignoravo la sua esistenza. Credo che per capire sia il libro che l'autore sia doveroso dare qualche accenno della sua biografia, anche solo per inquadrarlo in un tempo preciso. Tozzi visse tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento ed è considerato uno dei maggiori narratori del secolo scorso. Insieme a Pirandello e Svevo s'inserisce tra gli autori che cercano di trovare un modo per esprimersi che vada oltre il naturalismo ma che non sia frammentismo. Tozzi, in particolare, ha uno sviluppo artistico particolare. Le sue prime opere, tra cui ricordiamo la raccolta di novelle Bestie e i romanzi Con gli occhi chiusi e Il podere, sono molto innovative e vicine al frammentismo vociano. Quello che, però, viene ritenuto il suo capolavoro e che ha avuto maggior successo dopo la pubblicazione è proprio Tre croci, che al contrario delle opere precedenti è più vicino alle opere naturaliste verghiane, tanto da far affermale al critico Borgese che l'opera è un ritorno ai canoni della narrativa verista. In realtà in Tre croci vi è il superamento di molti caratteri del naturalismo, come afferma Debenedetti, e un avvicinamento a quelli che erano i temi trattati dai suoi contemporanei. Di poco più giovane di Pirandello e Svevo, deve molto alla loro narrativa, e sembra accettarlo anche lui dedicando l'opera proprio a Pirandello.

"Io vorrei soffrire come te. Mi pare giusto! Ma tutti non si può soffrire. Uno, soffrendo, piange; e io, invece, rido."
La vicenda narra di come i tre fratelli Gambi, dopo aver dissipato tutti i beni lasciatigli dal padre, si ritrovino costretti a falsificare delle cambiali. Questo, inevitabilmente, pesa su ognuno di loro, soprattutto su Giulio, proprietario di una libraria antiquaria e colui che falsifica la firma. Niccolò ed Enrico, i fratelli, rispondono in modo opposto, e se Niccolò accentua ancora di più il suo carattere iroso ma allo stesso tempo gioviale, Enrico non trova più alcun punto di contatto con i fratelli. Con loro vivono anche la moglie di Niccolò, Modesta e due nipoti, che pur essendo presentate come delle bambine, sono ormai in età da marito.
L'autore ci lascia solo immaginare, attraverso alcune allusioni, come fossero i protagonisti quando ancora non erano indebitati. 
Nel libro sono presenti tutte le caratteristiche tipiche dei narratori di quel tempo, tanto che spesso mi è sembrato di essere ritornata a leggere le pagine di Pirandello. Il carattere forse prevalente è l'inettitudine dei suoi personaggi. Tutti e tre vorrebbero fare di più, vorrebbero risolvere la situazione in cui si trovano, ma in realtà si ritrovano a guardare il lento scorrere del tempo senza far nulla. E anche quando Giulio prova a risolvere la situazione, chiedendo un'ulteriore firma da parte di colui che gli ha già prestato i soldi, la situazione non migliora anzi precipita. In qualche modo avrebbero potuto salvare la loro vita, avrebbero potuto cambiare il loro tenore di vita e risparmiare sul cibo, cosa di cui invece Niccolò va tanto fiero proprio perché sempre pregiato, o avrebbero potuto vendere la libreria, anche se era un ricordo di famiglia. E anche quando le cose sono ormai irrecuperabili preferiscono lasciarsi andare anziché lottare e trovare una soluzione. Tutto questo Tozzi ce lo fa capire attraverso le parole e i pensieri dei suoi personaggi, ed è soprattutto Giulio a porsi domande e a cercare le risposte che però non gli arrivano.
Il tutto è circondato da Siena, città in cui si svolge la vicenda e che l'autore descrive in modo dettagliato e attento.
Ovviamente è un libro fondamentale per la nostra letteratura, e può piacere o non piacere. Io solitamente apprezzo questo tipo di scrittura, molto psicologica, però non posso dire di adorare i personaggi. Sarei voluta entrare tra le pagine e prenderli a schiaffi, ma forse è proprio questo che rende le opere del periodo così importanti. È proprio l'analisi dei caratteri di questi personaggi, incapaci di rispondere agli ostacoli che si trovano davanti. Se vi piace Pirandello, credo che apprezzerete pure Tozzi, almeno in questo romanzo. Per il resto, io sono convinta che è sempre bello conoscere il nostro passato e i libri sono il miglior mezzo per tornare indietro.


"Egli entrò in camera, e ci si chiuse. Sentì che per lui vivere era diventata una cosa del tutto involontaria. Non gli importava più di niente, e le voci di quelli che parlavano nella stanza accanto gli sembrava che si fermassero a una specie d'ostacolo; che non lasciava passare oltre. Egli, a un certo momento, si voltò perfino per vedere se quell'ostacolo era visibile!"




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